Lo stile non si compra col denaro. In tempi confusi e inquieti come il nostro cresce il bisogno di riscoprire il garbo senza tempo dell'eleganza
Professione: esperta di galateo. Eppure non sono un reperto archeologico, o un’invincibile snob che crede di vivere ancora ai tempi di Downton Abbey. E se c’è tante gente che ritiene che la buona educazione sia "una fesseria", ce ne è molta di più che viene a chiedermi consiglio di fronte alle piccole angosce del "come mi vesto?" o "come si fa?".
Non solo padrone di casa in crisi con la scelta del menu: sono manager alle prese con le presentazioni e la “netiquette”, e magari qualche dubbio su come mangiare i cibi "difficili", giovani che vogliono riscoprire un garbo un po' "old fashion" che spazia dalla scelta dei fiori ai segreti dell’eleganza formale... senza contare che a (quasi) tutti succede, almeno una volta nella vita, di dover organizzare una cerimonia, un pranzo di gala, un evento mondano.
E’ proprio in tempi confusi e inquieti come il nostro che cresce il bisogno di regole, di certezze. Ma l’ errore peggiore è copiare l’ostentazione e la pacchianeria dei "cattivi maestri" televisivi. Per me, la regola n° 1 è che lo stile non si compra con il denaro, e che “eleganza” significa “scelta” di comportamenti e consumi migliori, lontani dalla mediocrità travestita da raffinatezza.